domenica 3 aprile 2022

Luigi Capuana, personaggio inedito, audace e dal grande spirito innovatore

Luigi Capuana, nato a Mineo nel maggio del 1839, è stato uno scrittore, poeta e critico italiano, nonché professore nell'Istituto superiore di Magistero a Roma e all'università di Catania, città che accolse il suo ultimo respiro. Ad opera sua e di Giovanni Verga, tra la fine dell'800 e l'inizio del 900, nacque il movimento letterario del Verismo, la cui base fondatrice risiede nell'ingente fiducia nella scienza ampiamente promulgata e realizzata sotto l'influsso del movimento culturale e filosofico del positivismo. Capuana, però, non fu soltanto un verista, uno scrittore di racconti, di fiabe e di novelle, difatti i suoi interessi si spinsero altrove : l'attrazione per il mondo dell'occulto e per lo spiritismo. Un uomo libero, che non accettava vincoli e restrizioni, la cui volontà era quella di dedicare ampio spazio alle sue passioni e immaginazioni, nonostante questo potesse creare ambiguità nel suo operato e togliere tempo, a detta dell'amico Giovanni Verga, al progetto verista. Lo stesso Verga gli consigliava, con tono oltraggioso, di lasciare ai margini questi vuoti interessi per spendere le sue energie in cose serie. L'interesse di Capuana per lo spiritismo, però, non tacque mai e, anziché indebolirsi, acquistò sempre più vigore. Il suo tentativo, accompagnato altresì da curiosità intrigante, era quello di restituire dignità a quei fenomeni «vaghi ma vivaci» ai quali gli scienziati voltavano le spalle, come si legge nella sua opera "Spiritismo?" scritta nel 1884, che non mancò di critiche anche da parte di intellettuali in voga del tempo. Capuana tenta, a mente fredda, di scorgere spiegazioni ragionevoli su quei fatti che valicano di gran lunga i limiti umani, che destano meraviglia e che lasciano che chi vi si imbatte «si perda e goda di perdersi». La curiosità di Luigi Capuana era imponente, a tratti incosciente. Sempre nelle pagine del testo "Spiritismo?", ove il punto interrogativo indica l'elaborazione di un pensiero ancora in fieri, l'autore parla dei suoi esperimenti di sonnambulismo provocato. A subire tale sorte fu Beppina Poggi, una ragazza sui diciotto anni, «non bella e d'un bruno pallido». Beppina fu ipnotizzata e posseduta da uno spirito che la tormentava giorno e notte, che poi si scoprì essere Ugo Foscolo. Spietato com'era, indusse la ragazza a correre e a gridare per tutta casa e la fece sbattere su porte, mobili e pareti. Nonostante Capuana venga sempre e solo annoverato come uno dei rappresentanti più importanti del Verismo italiano, la sua dedizione per i saggi pieni di "spettri" e per le novelle nere è più copiosa di quel che si pensa. Addirittura andava in giro per incontrare spiritisti dell'epoca, esercitava esperimenti in casa propria in totale autonomia e si faceva ritrarre nelle consueta posizione di un defunto, generando un'inquietudine a cui rispondeva sempre con grande ironia astuta, consapevole delle sue bizzarre passioni. Da alcuni racconti si apprende che fece riesumare una bambina defunta da pochi giorni per conto della famiglia, la quale, non versando in una situazione economica agiata, non aveva avuto la possibilità di "godere" di un ritratto della fanciulla. La stessa sorte spettò alla madre dello stesso Capuana. Egli era affatto cosciente di quanto i suoi interessi e studi potessero essere scomodi alla società del tempo e quanto fosse più facile metterli da parte lasciandoli navigare nell'ignoto, senza rintracciare il nodo nel tentativo di scioglierlo. Per Capuana, però, questo spettava ai fisici e alla scienza dei fisici, i quali si limitavano all'analisi dei dati fenomenici, imminenti e immediati: «essi aprono la finestra, gli buttano la loro stizzosa e quasi fanciullesca negazione e richiudono l'imposta; come se questo bastasse a levarseli per sempre d'intorno». 

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